Il biomarker p11 per stimare la gravità della malattia di Parkinson

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 11 febbraio 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Sulla conoscenza della degenerazione della via dopaminergica nigro-striatale si è basato il principale trattamento sintomatico della malattia di Parkinson, consistente nell’impiego di L-DOPA, in grado di attraversare la BEE ed essere decarbossilata formando dopamina nell’encefalo. Ma molto c’è ancora da conoscere della patologia per poter sviluppare farmaci che arrestino la progressione della malattia e contrastino i sintomi diversi da quelli motori.

Una parte considerevole di pazienti, che nelle stime di alcuni studi raggiunge il 35%, presenta con le manifestazioni cliniche del Parkinson la sintomatologia della depressione, suggerendo che una migliore conoscenza dei processi responsabili di questa associazione possa consentire la realizzazione di un trattamento mirato e l’identificazione di biomarkers quali indici diagnostici e prognostici. L’implicazione della proteina p11 nella depressione e nella risposta agli antidepressivi è bene documentata, ed ha indotto Paul Greengard della Rockefeller University ad unirsi ad un gruppo del Karolinska Institute per studiarne i livelli nel tessuto cerebrale e nei leucociti periferici dei pazienti affetti da malattia di Parkinson.

I risultati indicano che la proteina p11 potrebbe essere candidata quale biomarker della gravità della malattia.

(Green H., et al. Alteration of p11 in brain tissue and peripheral blood leukocytes in Parkinson’s disease. Proceedings of the National Academy of Sciences - Epub ahead of print doi:10.1073/pnas.1621218114, 2017).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Clinical Neuroscience, Center for Molecular Medicine, Karolinska Institute, Stockholm (Svezia); Ludwig Institute for Cancer Research, Stockholm (Svezia); Rheumatology Unit, Karolinska University Hospital, Stockholm (Svezia); Department of Medicine, Karolinska Institute, Stockholm (Svezia); Department of Cell and Molecular Biology, Karolinska Institute, Stockholm (Svezia); Laboratory of Molecular and Cellular Neuroscience, The Rockefeller University, New York (USA).

Attualmente non si dispone di alcun farmaco in grado di modificare la fisiopatologia della malattia di Parkinson in modo tale da rallentarne la progressione, pertanto si spera che una conoscenza più approfondita dei processi che la caratterizzano possa suggerire nuovi “bersagli” per la farmacoterapia e biomarkers per la diagnosi e per valutazioni prognostiche più precoci e precise. Come si accennava più sopra, una percentuale significativa di persone affette da malattia di Parkinson presenta anche una sindrome depressiva di grado più o meno grave e, considerata l’implicazione di p11 nella depressione e nella risposta agli antidepressivi, Paul Greengard ha deciso di studiare con Per Svenningsson, Thomas Perlmann, Holly Green e colleghi la macromolecola proteica p11 per la prima volta nei parkinsoniani.

P11 (S100A10), un membro della famiglia di proteine S100 espressa ampiamente e diffusamente nell’organismo, è implicata nella depressione maggiore (disturbo depressivo maggiore) ed è stata studiata nella risposta agli antidepressivi. È stato rilevato che i livelli centrali di p11 nei tessuti prelevati post-mortem da pazienti depressi sono sensibilmente più bassi della media, ma la proteina non è stata mai studiata prima nei pazienti parkinsoniani, né depressi né privi di sintomatologia depressiva.

Nello studio qui recensito sono stati indagati i livelli di p11 nel tessuto cerebrale prelevato in necroscopia autoptica da cervelli di persone affette in vita dalla malattia di Parkinson, e sono stati comparati con i livelli periferici di p11, verificando se vi fosse una correlazione con la gravità della malattia. In particolare, sono stati raccolti campioni di tessuto nervoso della sostanza nera, del putamen e della corteccia cerebrale da cervelli di pazienti parkinsoniani e da quelli di persone non affette da patologia neurologica, e posti a confronto per i livelli di p11. In un diverso gruppo di cervelli prelevati autopticamente, è stata misurata l’espressione dell’mRNA di p11 in cellule dopaminergiche della sostanza nera mesencefalica.

Sia i livelli della proteina p11 sia quelli del suo mRNA erano ridotti nel cervello alterato dalla patologia parkinsoniana.

I livelli periferici della proteina sono stati indagati in distinte popolazioni di leucociti provenienti da pazienti affetti da Parkinson e depressione, e da pazienti diagnosticati solo della malattia neurodegenerativa. I livelli di p11 dei monociti, delle cellule NK (natural killer), e delle cellule T citotossiche erano positivamente associati alla gravità della malattia di Parkinson, e i livelli di p11 nelle cellule NK erano positivamente associati con i punteggi per la stima diagnostica della depressione. Poiché l’infiammazione ha un ruolo sia nella patologia parkinsoniana che in quella depressiva, è particolarmente suggestivo il reperto di alterati livelli periferici di p11 delle cellule immunitarie in entrambe le condizioni. Tali dati forniscono nuove conoscenze nelle alterazioni patologiche che si verificano centralmente e perifericamente nella malattia di Parkinson.

Infine, se i risultati saranno confermati da altri studi, p11 potrebbe essere adottato quale biomarker facilmente accessibile per la valutazione della gravità della malattia di Parkinson, specialmente nel contesto di una depressione concomitante.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-11 febbraio 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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